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Volontario, una parola che in Albania assume un significato difficile da capire.

Auteur: 
Riccardo

Un gruppo della diocesi di Sapa nel nord dell'Albania, è venuto passare qualche giorno alla Cité Saint Pierre dal 7 al 10 Ottobre 2015.

Bénévoles d'Albanie à la Cité Saint-Pierre
M. Nicolin Lekaj, responsable diocésain et Don Simon Kulli, délégué de l’Evêque pour l’assistance diocésaine, et trois autres jeunes.

Il gruppo era composto dal responsabile diocesano, sig. Nicolin Lekaj e da Don Simon Kulli, delegato dal Vescovo all’assistenza nella diocesi, ed altri tre giovani. In totale: 2 giovani coppie e un sacerdote.

Nel 1996, Don Simon Kulli, giovane seminarista all'epoca, aveva visitato la Cité, in occasione di un pellegrinaggio con dell'UNITALSI Roma. Questo pellegrinaggio gli ha fatto venir voglia d’organizzare un servizio per i malati in Albania, prima nella sua parrocchia, la parrocchia di San Nicola, e poi nella diocesi di Sapa.

Nel 2004, con alcuni giovani che avevano scoperto Lourdes e con altri già impegnati nel servizio dei malati in Albania, ha deciso di iniziare degli incontri diocesani con i malati. Nel 2007 i primi volontari della Parrocchia San Nicola hanno iniziato un corso di formazione.

In seguito ad una collaborazione in Albania, con la Caritas Francia di Rodez e Montauban, quest’ultimi li hanno  invitati a trascorrere qualche giorno alla Cité Saint Pierre.

In Albania, essi lottano contro i pregiudizi di "essere malato": la dittatura di Hoxha aveva nascosto tutti i malati ed i disabili. Ancor’oggi, il malato viene visto come qualcuno da nascondere.

Don Kulli ci confida: "Durante la benedizione in una casa, dietro le tende, ho notato un movimento, un’ombra, era una persona malata ... la nascondevano ..."

Don Kulli, con i volontari hanno creato una casa solidarietà dove sono ospitati otto pazienti con la sindrome di Down e vi é attivo anche un centro diurno per i disabili di ogni tipo.

Volontario, una parola che in Albania assume un significato difficile da capire.

Durante la dittatura di Hoxha, operai, impiegati, funzionari pubblici sono stati obbligati a "lavorare volontariamente" per il sistema socialista, in modo che anche oggi, il volontariato in Albania è visto come una prigione, un’obbligazione e i giovani non sono compresi dai loro genitori, dai vicini, dagli amici, quando dicono loro: "Sì, io sono un volontario con i malati."

Nel 2016, hanno in programma di venire a Lourdes, alla Cité Saint Pierre, con un primo gruppo di pazienti con la Caritas Albania.

Nicolin ha dichiarato: "Il nostro desiderio di venire in pellegrinaggio a Lourdes ci permette di continuare, più forte, la nostra attività con i malati. Sarebbe inutile venire a Lourdes e non continuare il nostro volontariato con i malati. Sarebbe meglio rimanere a casa e non muoversi. "